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martedì 16 febbraio 2010

Diabete ed equilibrio acido-base.


Il nostro organismo, per poter svolgere le sue normali funzioni, dalla sopravvivenza di tutte le sue cellule, all’attività fisica, necessita di energia, che viene fornita dalla combustione di uno specifico carburante che è il glucosio. Il glucosio, per poter essere utilizzato, ha bisogno dell’insulina che, come una chiave, apre la porta delle cellule, consentendo al glucosio di entrarvi.

Se noi ingeriamo glucosio in eccesso ai bisogni, allora questo viene depositato nel fegato come glicogeno e nelle cellule adipose sotto forma di trigliceridi: queste costituiscono le riserve di carburante cui attingere in caso di digiuno. Compito del pancreas, tramite l’azione dell’insulina, è quello di regolare il livello di glucosio nel sangue. Il pancreas delle persone non diabetiche, infatti, produce insulina giorno e notte (in maggiore quantità
però subito dopo i pasti), per mantenere i valori della glicemia a livelli quasi costanti.

Avere il diabete significa che non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina a soddisfare le necessità dell’organismo, oppure che l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente. Il risultato in ogni caso è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia). Dal punto dell’acido-base, questa regolazione sbagliata dei livelli insulina è dovuta proprio ad una carenza di ioni calcio, alcalinizzanti, che conduce progres
sivamente ad una corrosione acida delle isole di Langerhans, il gruppo di cellule deputate proprio alla produzione di insulina. Non solo, l’eccessiva acidità del sangue permette il deposito di scorie all’interno dei vasi sanguigni, impedendo un corretto lavoro del pancreas.

Questo ovviamente vale per chi ha il diabete di tipo II, quello che sopravviene dopo i 40 anni, in quanto in quello di tipo I il pancreas è danneggiato già dall’infanzia. Il diabete di tipo II si può provare a migliorarlo alimentandosi con cibi più alcalini,e come ha dimostrato il Dott. HIROMY SHINYA (Il fattore enzima) bevendo tanta ACQUA KANGEN
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lunedì 15 febbraio 2010

Colesterolo alto e benefici acqua alcalina


L’eccesso di acidità nel nostro organismo spiegherebbe anche quello che è considerato uno dei più grandi problemi della civiltà occidentale: l’eccesso del livello di colesterolo nel sangue.
Come abbiamo visto il sangue acido tende a legare a sé il calcio dello scheletro per neutralizzare il pH troppo basso, ma il minerale dalle ossa può essere prelevato solo molto lentamente, soprattutto in certi casi di acidità acuta che potrebbero essere fatali. Quindi c’è bisogno di depositi di calcio più vicini e soprattutto disponibili a cedere il minerale in maniera più veloce, come per esempio le pareti dei vasi sanguigni. Ma quando il calcio delle pareti vascolari viene utilizzato, viene rimpiazzato dal colesterolo, una sostanza sempre presente e resistente all’acidità, al contrario del calcio.
Il problema nasce quindi se il nostro organismo deve giornalmente combattere con costanti livelli di acidificazione, perché è conseguentemente costretto a produrre maggiori quantità di colesterolo per cercare di sostituire il calcio utilizzato e proteggere le pareti dei vasi.
Una delle conseguenze più logiche è la classica arteriosclerosi, cioè un indurimento (sclerosi) della parete arteriosa che compare con il progredire ell’età.
Questo indurimento arterioso è la conseguenza dell’accumulo di tessuto connettivale fibroso a scapito della componente elastica, dovuto proprio al fatto che per mantenere spessore e elasticità dei vasi sanguigni, il colesterolo, mescolato alle scorie acide presenti nel sangue, viene depositato sulle pareti delle arterie. È un altro meraviglioso stratagemma (purtroppo frainteso) del nostro organismo, cioè quello di convertire gli acidi liquidi in acidi solidi, in modo che non si possano disciogliere nel sangue e fare danno; colesterolo e acido urico cristallizzato (responsabile di un altro problema, la gotta) sono un esempio di queste scorie indurite.
La medicina ufficiale, quando vede valori alti di colesterolo e acido urico, tenta di abbassarli con le medicine, non comprendendo che sono S.O.S. che il nostro organismo sta lanciando, e che dicono essenzialmente: meno cereali e più frutta/verdura/acqua!
Con il tempo le scorie induriscono le arterie, rendendole piano piano sempre meno elastiche, perdendo la loro capacità di mantenere fluido il sangue. Così, alcune sostanze presenti nel sangue cominciano a depositarsi e danno l’avvio al processo che porterà alla formazione della “placca”, un indurimento circoscritto della parete del vaso. Una volta formatasi, la placca tende ad accrescersi all’interno del vaso e a restringerne progressivamente il calibro, riducendo, di conseguenza, l’apporto di sangue, ossigeno e sostanze indispensabili alla vita di quei tessuti che l’arteria deve nutrire. Può accadere inoltre, che una placca, se particolarmente molle, si rompa ed i suoi frammenti “embolizzino”, cioè, trasportati dal sangue, vanno a chiudere i piccoli vasi situati più lontano.

È evidente quindi che alti livelli di colesterolo non sono il “diavolo”, ma una risposta fisiologica e protettiva dell’organismo all’acidità, che quindi non va combattuta con farmaci, ma semplicemente riequilibrando l’alimentazione e mangiando più cibi alcalini.
Il colesterolo alto è quindi solo una conseguenza e NON una delle cause primarie dei problemi cardio-vascolari, e non ha quasi nessun valore l’assunzione di alimenti specifici, visto che comunque l’80% è autoprodotto dall’organismo.

L’affermazione è pesante, visti i profitti delle sostanze anticolesterolo, le cosiddette statine, che rappresentano i farmaci in assoluto più venduti nel mondo, con un fatturato di circa 26 miliardi di dollari all’anno. Proprio per questo ho cercato delle controprove, dei dati riguardanti le popolazioni che ai nostri giorni attuano ancora la dieta paleolitica, cioè con un maggior apporto alcalino nella loro dieta, come per esempio gli aborigeni in Australia, oppure i Kung in Botswana (Africa) o gli Indios Yanomamo in Brasile. Se la teoria dell’equilibrio-acido base fosse vera, tutte queste popolazioni devono avere per forza livelli di colesterolo modesti, in quanto non hanno eccessi acidi da smaltire con il calcio osseo. In effetti è proprio così, dato che le analisi su questi arcaici cacciatori-raccoglitori hanno confermato che i loro livelli di colesterolo e anche di pressione sanguigna sono bassissimi.
Vorrei sottolineare che il record del colesterolo più basso del mondo (assieme ai pigmei dello Zaire) è proprio ad appannaggio degli Hadzabe, che ricordo, è la tribù della Tanzania che ancora beve una delle acque più alcaline del mondo, quella del lago Eyasi.

Considerato che per ovvie ragioni non possiamo abbeverarci da quella fonte è opportuno e auspicabile produrre Acqua Kangen, l’acqua buona, direttamente dal rubinetto di casa nostra.

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venerdì 12 febbraio 2010

Acqua, cosa è?


L’acqua è un solvente.

E’ composta da due parti di idrogeno e una di ossigeno e questo implica essere un solvente.
Conduce ingredienti invisibili, quali minerali, nutrienti e scarti.
Per esempio, il sangue è una forma acquosa e l’acqua costituisce il 90%.

L’acqua possiede una memoria, misurabile con la risonanza magnetica nucleare.

L’acqua può essere ionizzata.
La ionizzazione avviene quando un atomo o una molecola acquisisce o perde un elettrone.
Quando l’acqua è ionizzata la molecola si divide in due parti, lo ione idrogeno (H+) e lo ione idrossile (OH-).
Questi ioni si combinano con altri componenti dell’acqua, spesso minerali, come calcio e potassio, per realizzare una reazione chimica attiva.

Acqua acida ed alcalina

Quando l’acqua conduce più ioni di idrogeno che idrossili si definisce acida, quando prevalgono gli ioni idrossili l’acqua si dice alcalina.
Il sistema sanguigno opera incessantemente, in un processo di omeostasi, per mantenersi in una gamma ristretta di pH tra 7.3 e 7.45.
Bevendo una bevanda gasata, come la coca cola, che ha una acidità pari a pH 2.5, il corpo evita l’abbassamento del pH del sangue elaborando il saccarosio ed altri elementi della bevanda, in scorie acide: esse vengono parzialmente eliminate o immagazzinate in varie parti del corpo.

Come invecchiamo

Vi sono diverse teorie, ma senza una risposta chiara.
La teoria che sta sempre più emergendo, nata in Giappone, afferma che l’invecchiamento (e molte malattie croniche e acute) siano un risultato dell’accumulo di scorie acide nel corpo. L’accumulo di scorie acide è dovuto anche ad alimentazione errata, sia attuale che passata.
La soluzione per affrontare ed eliminare scorie accumulate in decenni (assieme a malattie negli adulti) è rappresentata dall’alcalinizzazione generale e del sangue.

La medicina moderna non considera o ricerca l’eliminazione delle scorie acide: anche se curano le malattie, i trattamenti non possono che essere temporanei, non essendo stati eliminati gli acidi dal corpo.

Cosa causa le scorie acide?

Alimentazione errata, cibi fritti in particolare,
Lo stress mentale provoca depressione e quarant’anni di ricerche hanno dimostrato che l’acqua alcalina ne contrasta efficacemente l’insorgenza.

Altri benefici
• Obesità assumendo almeno 6-8 bicchieri di acqua ionizzata alcalina Acqua Kangen al giorno si ottiene un lavaggio dei grassi acidi generati da un’alimentazione ricca di carboidrati e grassi
• Tumori in presenza di un ambiente eccessivamente acido le cellule iniziano a morire, mentre altre cellule adiacenti diventano anomale o maligne, iniziando una divisione cellulare incontrollata, cioè si forma un tumore. In Asia l’acqua ad alta alcalinità è fornita come prevenzione ai pazienti, per un effetto de-acidificante.
• Artriti molte forme di artriti e gotte sono il risultato di un accumulo di scorie acide nelle articolazioni. I vari trattamenti usati coprono – nelle migliori condizioni – i sintomi, mentre l’acqua alcalina diminuisce l’acidità ed il corpo tende ad una autoguarigione.
• Problemi al fegato all’accumularsi di tossine nel fegato si generano nefriti, avvelenamenti da acidi urici, la formazione di calcoli nei dotti biliari e cistifellea (calcoli costituiti da Sali acidi come fosfati, urati, ecc). Bevendo acqua ionizzata/alcalina si contrasta la formazione dei calcoli e si eliminano progressivamente quelli già formati.
• Squilibrio anabolico/anaerobico e catabolico/disaerobico La persona anaerobica ha, generalmente, urina e saliva acide. I fluidi corporei sono tendenzialmente alcalini e le zone dolorose-malate sono acide. Il corpo tende d usare un insufficiente ossigeno nel metabolismo cellulare con la produzione di acido lattico.

Accertamenti clinici hanno convalidato anche la preziosità dell’acqua ionizzata/alcalina per
diabete, alta pressione, acne, iperacidità di stomaco, costipazione,
ulcere, disordini di stomaco.

Vedi studi del Dott. HIROMY SHINYA ( Il Fattore Enzima)



www.acqua-kangen-alcalina.com

Aaron Bonassi
Distributore Indipendente
Il mio stato

Email: info@acqua-kangen-alcalina.com

Tel.: (039) 3479709367

giovedì 11 febbraio 2010

PH: Il fattore dimenticato della nutrizione.




Il principale impegno del corpo umano per la vita consiste nel costante bilanciamento dell'acidità e dell'alcalinità. Noi ci nutriamo per ricavare l'energia necessaria per le nostre funzioni. Dopo la cessione di energia da parte del cibo, tramite combustione con l'ossigeno, restano rifiuti acidi. Il corpo cerca di fare del suo meglio per disfarsi di questi acidi per mezzo dell'urina, della sudorazione ed espirando biossido di carbonio.

Alcuni acidi tossici non possono essere rimossi facilmente tramite i mezzi appena citati. Pertanto il corpo sottrae calcio al sistema scheletrico per neutralizzare tali eccessi di tossine acide e creare un ambiente più sicuro, provocando però una riduzione della densità ossea.

Il corpo umano è una sorprendente macchina progettata per la massima sopravvivenza. Quando una parte è danneggiata, altre parti cercano di compensarvi. Anche se ciò potrebbe determinare dei danni a lungo termine, la sua priorità è la sopravvivenza nell'immediato.

Il cibo produce continuamente rifiuti acidi che si aggiungono a quelli del metabolismo cellulare e il corpo fa del suo meglio per eliminarli. Tuttavia se non dispone di una sufficiente scorta alcalina (bicarbonati), il corpo non può disfarsi al 100% di tali acidi. Al fine di mantenere il pH sanguigno costante, il corpo adotta un abile stratagemma: converte gli acidi liquidi in acidi solidi come colesterolo o acidi grassi. Infatti se questi acidi non sono sciolti nel sangue, il pH del sangue non si abbassa. INGEGNOSO!

Qual è il danno a lungo termine di questo processo strategico?

Il sangue si addensa e la circolazione diventa lenta a tal punto da non fornire abbastanza ossigeno e sostanze nutritive agli organi vitali, causando così qualunque tipo di malattia ed eventualmente la morte. Questo è il risultato naturale dello squilibrio acido-basico, quando propende verso l'acidità. Il corpo necessita di aiuto esterno per innalzare il livello alcalino e ristabilire l'equilibrio.

Il modo piu veloce e semplice per aiutare l’organismo a ritrovare la condizione di omeostasi è attraverso i liquidi che ingeriamo.

Diamo un’occhiata al PH delle bevande più comuni:

Bevande pH
Latte 6.5
Acqua potabile 7.0
Birra 4.0-5.0
Caffè 2.5-3.5
Aranciata 3.5
Bevanda leggera 2.0-4.0
Coca Cola 2.5
Vino 2.3-3.8

Che sorpresa! Con queste bevande non possiamo aiutare il nostro organismo, nessuna ha un PH alcalino.

Il Dott. HIROMY SHINYA consiglia di bere “BUONA ACQUA” acqua KANGEN (pag 128 del libro il fattore enzima) per idratare adeguatamente il nostro organismo aiutandolo ad eliminare i rifiuti acidi, che come abbiamo capito sono una vera bomba ad orologeria nel nostro organismo.

Per approfondire benefici acqua kangen vai su:

http://www.acqua-kangen-alcalina.com/

lunedì 8 febbraio 2010

Acqua kangen per gli sportivi


Gli sportivi producono acido lattico, hanno quindi la necessità di neutralizzare tale acido.

Con intensa attività muscolare si produce molto acido lattico.
E’ necessario quindi assumere sostanze minerali prima dello sforzo fisico e dopo lo sforzo è indispensabile assumere Acqua Kangen.

Perché gli sportivi che bevono Acqua Kangen dichiarano di essere più resistenti alla fatica e di ridurre significativamente i tempi di recupero?

Tra i molti benefici dell’esercizio fisico, c’è quello di innalzare la temperatura interna del corpo e dilatare i capillari sanguigni per poter estrarre i vecchi rifiuti acidi e i grassi accumulati. Sebbene l’esercizio fisico produca anch’esso rifiuti acidi (acido lattico), vale comunque la pena farlo, perché permette di liberarsi dei vecchi prodotti di scarto.

Bere Acqua Kangen anche in questo caso aiuta ad eliminare i rifiuti acidi.
L’attività fisica è buona per la salute, se fatta con moderazione.
Troppa attività fisica può formare acido lattico in eccesso, che è la conseguenza di una carenza d’ossigeno. Se c’è un adeguato livello di bicarbonato, gli eccessi di acido lattico vengono neutralizzati. Per questo motivo è importante per gli sportivi bere Acqua Kangen.

venerdì 5 febbraio 2010

Acqua alcalina per rafforzare il sistema immunitario


Troppo spesso ci dimentichiamo delle parole di Pasteur. L' acqua alcalina può aumentare l' immunità alle malattie contagiose

Di questi tempi è un argomento per così dire “Hot”, caldo, molto caldo, addirittura radioattivo. I vari allarmi che le organizzazioni sanitarie globali lanciano di volta in volta paventando pandemia e mettendo alla gogna i vari polli e suini. Ricordiamoci però delle sempiterne parole di Pasteur: “Il terreno è tutto, il microbo è niente”.
In altre parole anziché vaccinarci proviamo a potenziare il nostro sistema immunitario. Un metodo semplice potrebbe essere quello di ingerire acqua alcalina. Diversi studi hanno posto l’accento sul fatto che le persone che bevono acqua alcalina hanno un'alta resistenza verso le malattie contagiose e si ammalano raramente.
E anche in caso di malattia la guarigione è molto più rapida del normale.

In Giappone, dove l'acqua alcalina è utilizzata da parecchi decenni come terapia di supporto negli ospedali, si sostiene che due siano i fattori che aumentano l’immunità alle malattie contagiose:

• un livello alcalino alto;

• l’aumento del livello di ossigeno apportato dall'acqua alcalina.

Ergo, bere acqua alcalina aiuterebbe il nostro organismo ad essere più resistente alle malattie contagiose. Anche in caso di contagio, l'acqua alcalina viene in aiuto. Infatti, quando il corpo è invaso da batteri estranei o virus, i linfociti dichiarano guerra agli invasori, e questa guerra causa delle perdite da entrambe le parti.
Le perdite sono cellule morte che sono acide.
Persone con un indice più alto di minerali alcalini nel sangue può neutralizzare facilmente i residui acidi, ripulire il corpo dalle tossine, ristabilire l'equilibrio acido-basico, irrobustire le difese immunitarie , debellare più facilmente l'infezione e tornare in salute più rapidamente.
Un attacco di influenza consuma minerali alcalini, è proprio per questo motivo che i medici raccomandano di mangiare banane per reintegrare il potassio perso (alcalino) durante e dopo gli attacchi influenzali.

Alla luce di queste considerazioni, l'acqua alcalina aiuta l'organismo ad essere più resistente alle malattie contagiose.

Per chi ha interesse ad approfondire l’argomento consigliamo il bel libro di
Sang Whang “Invertire l’invecchiamento”

Oggi grazie alla tecnologia giapponese ognuno può produrre ACQUA-KANGEN-ALCALINA da rubinetto di casa propria grazie al top riconusciuto degli ionizzatori,l'unico classificato APPARECHIATURA MEDICA: la LEVELUK SD501

Per maggiori informazioni visita:
http://www.acqua-kangen-alcalina.com

lunedì 1 febbraio 2010

I Depuratori Acqua non sono tutti uguali.


I metodi di depurazione dell’acqua domestica oggi più diffusi sono quelli a osmosi inversa.

Accanto a questi, è nata una nuova categoria di depuratori, chiamati ionizzatori d’acqua, che fanno molto di più: erogano acqua depurata, ionizzata e alcalina.

A differenza dei filtri a osmosi inversa, che eliminano gli inquinanti dall’acqua ma spesso insieme ad essi eliminano anche i preziosi sali minerali disciolti ed erogano acqua acida, gli ionizzatori d’acqua presentano i seguenti vantaggi:

◦eliminano gli inquinanti presenti nell’acqua;
◦lasciano passare i preziosi minerali disciolti in essa, di cui il nostro organismo ha fortemente bisogno;
◦trasformano i minerali presenti nell’acqua in forma ionizzata, aumentandone la biodisponibilità;
Acqua Kangen è acqua alcalina, che al contrario di quella acida, è un antiossidante e ha innumerevoli benefici per l’organismo.

Leggiamo l'acqua: Cosa significano i suoi valori?


Ammoniaca: la sua presenza nell’acqua è quasi sempre correlata a fenomeni di inquinamento in atto di origine animale, più raramente di origine geologica. L’ammoniaca ha effetti tossici sull’uomo e sugli animali, ma i livelli di concentrazione ai quali è tossica variano secondo l’organismo e dipendono dalla funzionalità del fegato e dei reni. L’ammoniaca può essere naturalmente presente in acque venute a contatto con residui di depositi marini profondi.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001:
Ammonio: valore massimo di 0,50 milligrammi/litro
Nitrito: 0,50 milligrammi/litro

Arsenico: può essere di origine geologica, provenendo da rocce vulcaniche, o antropica, come componente di erbicidi, una volta utilizzati e dispersi nel suolo in grandi quantità. E’ utilizzato, inoltre, nell’industria del vetro, dei coloranti, della carta, del legno e delle munizioni. L’arsenico può accumularsi nella pelle, nelle ossa e nei muscoli. Può provocare danni al fegato, al sangue, ai reni e alla cute. E’ tossico e cancerogeno.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: 0,01 milligrammi/litro.

Cadmio: è un veleno che agisce sul sistema nervoso centrale e può provocare nell’uomo il blocco di diverse reazioni chimiche. Nelle acque potabili la concentrazione di questo metallo non può essere superiore a 5 microgrammi/l.

Calcio: componente essenziale di ossa e denti, non è noto di questo metallo alcun effetto nocivo sulla salute; contribuisce alla durezza dell’acqua.

Cloro residuo libero: è la quantità di cloro che rimane disponibile, ai fini della disinfezione, in un campione di acqua sottoposto a clorazione.

Cloruri: sono sali contenenti cloro, per la maggior parte cloruro di sodio, presenti nell’acqua. Possono essere di origine geologica, cioè derivare dalla dissoluzione di rocce contenenti cloruri oppure di origine animale se derivano da deiezioni animali e umane. In quest’ultimo caso la loro presenza è connessa a inquinamento da liquami. Oltre il valore di 200 mg/l di cloruri si possono verificare corrosioni delle tubazioni e sapori sgradevoli.

Conducibilità elettrica: è la capacità dell’acqua di condurre corrente elettrica e la sua misura si esprime in Microsimens/cm. Questa proprietà è direttamente proporzionale alla concentrazione di sali in soluzione; poiché la maggior parte di sali nell’acqua è data da carbonati di calcio e magnesio e poiché questi definiscono la durezza dell’acqua, la misura della conducibilità fornisce un’ottima stima di questo parametro. Oltre il valore di 1800 microsiemens/cm, la conducibilità può causare corrosioni nella rete idrica.
Inoltre, improvvise e brusche variazioni nella conducibilità sono indici di inquinamento.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: 2500 µS/cm

Cromo: a valori di concentrazione superiori a 50 microgrammi/l questo metallo può essere cancerogeno e provocare il blocco di alcune reazioni chimiche che avvengono nell’organismo umano.

Durezza: è una caratteristica naturale dell’acqua, che deriva sostanzialmente dalla presenza in soluzione di ioni calcio Ca++ e magnesio Mg++; è infatti definita come la concentrazione totale di calcio e magnesio, ed è espressa in milligrammi di carbonato di calcio CaCO3 presenti in un litro d’acqua.
L’unità di misura più utilizzata è il Grado Francese (°F), che corrisponde a 10 milligrammi/litro di CaCO3.
Un’altra unità di misura piuttosto diffusa è il Grado Tedesco (°D), legato al grado francese dalla seguente relazione:
1 grado tedesco = 1 grado francese x 0,56
Esistono diversi modi di classificare la durezza delle acque, spesso non coincidenti; la scala seguente può servire come orientamento:
- Acque leggere o dolci: durezza inferiore a 15°F
- Acque mediamente dure: durezza compresa tra 15 e 30°F
- Acque dure: durezza superiore a 30°F
A valori di durezza inferiori a 10°F si possono verificare fenomeni di corrosione della rete idrica, oltre il valore di 50°F si possono verificare fenomeni di incrostazioni, in particolare nelle acque riscaldate.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: valore consigliato da 15 a 50°F

Ferro: l’acqua, passando attraverso minerali ricchi di ferro, porta questo metallo in soluzione, sotto forma, solitamente, di bicarbonato ferroso o legato a sostanze organiche, come derivati degli acidi umici, tannici, ecc…. In questa forma solubile si mantiene nelle acque profonde, ma una volta all’aria, si ossida, precipitando come idrossido ferrico. Nelle acque superficiali il ferro proviene dalle sostanze dilavate dalle acque piovane oppure da scarichi industriali. Valori elevati possono rendere l’acqua sgradevole per colore, odore e sapore, ma non causano conseguenze sfavorevoli alla salute.
Nelle reti di distribuzione, alte concentrazioni di ferro possono dare luogo a fenomeni di deposito e sviluppo di ferro – batteri, particolarmente resistenti all’azione del cloro. La presenza di ferro nell’acqua in uscita dalla rete può indicare la corrosione delle tubature.
A valori di ferro superiori a 200 microgrammi/l di concentrazione si verifica la colorazione gialla dell’acqua, aumento della torbidità, depositi di composti ferrosi sulle pareti delle condotte con possibile proliferazione di batteri e sapore sgradevole.

Fosfati: la presenza di fosfati in tracce non è molto significativa, a causa della loro relativa diffusione nella litosfera; concentrazioni superiori sono invece indice di inquinamento domestico (deiezioni o detersivi sintetici), industriale e agricolo (uso di fertilizzanti). Nelle acque dei fiumi e dei laghi si trovano sempre più frequentemente quantità notevoli di fosfati e questo determina il fenomeno dell’eutrofizzazione, cioè una crescita abnorme di alghe e batteri che sottraggono ossigeno alle altre specie. L’eutrofizzazione conduce ad una carenza di ossigeno, che a sua volta provoca la moria del pesce con successiva putrefazione e produzione di sostanze tossiche e maleodoranti (metano e acido solfidrico). I fosfati devono essere assenti nelle acque potabili.

Fosforo: rappresenta un inquinante diffuso in molti composti quali i detersivi e i fertilizzanti. A concentrazioni superiori a 5 mg/l può rivelare inquinamento da deiezioni umane o animali.

Ione Fluoruro: si può trovare in natura come costituente di rocce e terreni in combinazione con altri elementi, ma può derivare anche da attività industriali presenti sul territorio.
E’ un elemento importante per l’organismo umano, essendo correlato con lo sviluppo dei denti e dello scheletro.
L’assunzione di quantitativi eccessivi di fluoruro attraverso l’acqua o gli alimenti può portare all’insorgere di una malattia a danno dei denti, denominata fluorosi.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: 1,50 milligrammi/litro

Ione Cloruro: è ampiamente distribuito in natura sotto forma di sali di sodio (NaCl), di potassio (KCl) e di calcio (CaCl2). La soglia di percezione organolettica (sapore salato) dei cloruri di sodio e di calcio nelle acque potabili è intorno a 200 – 300 milligrammi/litro.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: è inserito tra i parametri indicatori, con un valore massimo di 250 milligrammi/litro

Ione nitrato: presente naturalmente nell’ambiente facendo parte del ciclo di decomposizione delle sostanze azotate. Inoltre, apporti di nitrati nelle acque di falda possono derivare principalmente dall’utilizzo di fertilizzanti contenenti azoto inorganico o da scarichi contenenti azoto di origine organica.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: 50 milligrammi/litro

Magnesio: è un elemento essenziale per l’organismo umano e rappresenta un fattore indispensabile in alcune reazioni chimiche; concentrazioni superiori a 700 mg/l possono provocare effetti lassativi; contribuisce alla durezza dell’acqua.

Manganese: è un elemento essenziale per l’organismo umano poiché interviene in numerose reazioni metaboliche degli zuccheri, dei grassi e nella sintesi dell’emoglobina. La presenza di manganese a livelli relativamente elevati nell’acqua potabile non sembra costituire un problema tossicologico, poiché già a livelli inferiori a quelli tossici vengono alterate le caratteristiche organolettiche dell’acqua; inoltre si producono incrostazioni nelle tubazioni e macchie nel bucato (si forma un precipitato brunastro).

Nichel: naturalmente presente nelle acque che attraversano sottosuoli con particolare composizione mineralogica, il nichel può anche derivare dalle attività antropiche sul territorio, essendo utilizzato principalmente nella produzione di acciai e leghe al nichel.
Normalmente l’acqua fornisce un contributo poco rilevante all’apporto quotidiano di nichel, la cui principale fonte è costituita dai cibi.
Limiti di legge previsti dal D.Lgs. 31/2001: 20 microgrammi/litro

Nitrati e nitriti: la presenza naturale di nitrati e nitriti nell’ambiente deriva dalla decomposizione, da parte dei microrganismi, del materiale organico contenente azoto animale e vegetale. La presenza di nitrati nei corpi idrici può essere, inoltre, dovuto all’uso di fertilizzanti in agricoltura, ai reflui domestici e agli scarichi industriali.
Nell’uomo la tossicità dei nitrati, assunti con l’alimentazione, si esplica in seguito alla loro riduzione a nitriti da parte della microflora batterica presente nello stomaco; i nitriti, a loro volta, possono provocare l’ossidazione dell’emoglobina a metaemoglobina, la quale non è in grado di trasportare l’ossigeno ai tessuti. Il rischio è particolarmente grave per i neonati al di sotto dei 3 mesi, nei quali il 100% dei nitrati ingeriti viene trasformato in nitriti e potenzialmente causare difficoltà respiratorie e, in casi estremi, asfissia (morbo blu). Negli adulti invece la percentuale di nitrati trasformati in nitriti è circa il 10%.
Tale rischio si può presentare, per le acque potabili, qualora la concentrazione di nitrati superi i 100 mg/l.


ORP: Potenziale Ossido/Riduttivo è la capacità dell’acqua di agire come antiossidante, ossia anti-invecchiamento.
Più il valore è negativo, maggiore è la capacità antiossidante, quindi maggiore è il beneficio per la nostra salute.
I valori positivi indicano la capacità di ossidare.

Vediamo i valori di ORP in alcuni casi:

◦acqua inerte (imbottigliata): da +250 a 400 mV: è ossidante;
◦acqua di runbinetto: da +200 a +250 mV: è antiossidante;
◦acqua di rubinetto filtrata con apperecchio ad osmosi inversa: +400mV: non è antiossidante;
◦succo di carota non bio: –100 mV: leggero antiossidante;
◦succo di arancia appena spremuto: –250 mV: antiossidante;
◦acqua degli Hunza (popolazione molto longeva ai piedi dell’Himalaia): –350 mV: molto antiossidante;
◦Acqua Kangen: -450 mV il più potente antiossidante
(può raggiungere valori di -800 mV con pH 11,5 – non destinatto all’alimentazione).

Beressti un bicchiere d'acqua con una goccia di veleno?


Secondo l’articolo “Milioni di persone bevono acqua di rubinetto che è legale, ma forse non salutare” comparso nel New York Times, stiamo proprio facendo questo! www.nytimes.com/2009/12/17/us/17water.html?_r=1&scp=1&sq=drinking%20water&st=cse

Negli Stati Uniti la legge che regola l’acqua del rubinetto è cosi sorpassata, che molti scienziati temono che la nostra acqua di rubinetto ponga gravi rischi di salute.

L’articolo sottolinea che solo 91 sostanze contaminanti sono regolate dalla Legge sull’Acqua Potabile Sicura (Safe Drinking Water Act), ma oggi negli Stati uniti sono in uso più di 60.000 sostanze chimiche. Negli ultimi decenni il governo e scienziati indipendenti hanno studiato migliaia di queste sostanze chimiche, e ne hanno identificate centinaia che a basse concentrazioni sono associate a un rischio di cancro ed altre malattie. Ma dall’anno 2000 in poi, neanche una di queste sostanze è stata aggiunta alla lista di quelle regolate dalla legge Safe Drinking Water Act.

Altri studi recenti hanno trovato che anche composti chimici regolati per legge pongono rischi in concentrazioni molto più basse di quelle precedentemente conosciute.

La dottoressa Clark ha concentrato una delle sue ultime ricerche sul tema dell’acqua potabile.
Ha testato acque provenienti da tutto il mondo: dalle Americhe, da Paesi europei, dall’Africa, e così via. Ha studiato parecchie migliaia di malati di cancro alla ricerca di tossine presenti nei loro alimenti, nella loro aria, nell’acqua, nei loro prodotti per la cura del corpo, nei capi di vestiario e nei denti.
Ha notato che tutto ciò che avevano in comune era che l’acqua usata conteneva un particolare contaminante. Un contaminante che ha il potere di distruggere il nostro sistema immunitario senza che ce ne accorgiamo.

La dottoressa Clark ha descritto il risultato della sua ricerca nel suo ultimo libro: “The Cure and Prevention of all Cancers” (La cura e la prevenzione di tutti i cancri) . Tra altre cose, dice che “l’acqua dovrebbe essere pura e sgombra da cattivi batteri, dovrebbe apportarci minerali, un po’ di ossigeno, una corretta polarizzazione magnetica, e dovrebbe anche avere un buon sapore.”

Sta parlando proprio di Acqua Kangen

“ La Federal Drug Administration (FDA) e la Environmental Protection Agency (EPA) e anche il Dipartimento dell’Agricoltura degli USA hanno condiviso la responsabilità della buona qualità dell’acqua, e hanno fatto del loro meglio per mantenerla così. Ma non sono riusciti a impedire l’universale contaminazione della nostra acqua con centinaia di solventi, metalli, antiparassitari e altre sostanze chimiche. Non sono riusciti a impedire la tragedia che ora vediamo nell’esplosione di malattie fin dall’infanzia. Abbiamo già una generazione di bambini ammalati. Non c’era ragione per sospettare dell’acqua, della quale tutti noi, malati o sani, siamo arrivati a fidarci. Essa viene regolarmente TESTATA, ma purtroppo non per la ricerca delle sostanze giuste.”